Carissimi,
anche quest’anno siamo costretti a vivere una Pasqua segnata dalla pandemia, un tempo così incerto, confuso, di solitudine e paure, di lutto e lontananza. Ne avvertiamo il peso e la fatica. La nostra comunità parrocchiale sta vivendo questo tempo con grande pazienza: l’impossibilità di incontrarci per vivere momenti di formazione, di convivialità e confronto, l’impossibilità di fare attività con i ragazzi e catechismo con i bambini, ha reso tutto più difficile.
Eppure in questi mesi, in questa Quaresima, sono accadute tante cose importanti: continuano ad arrivare in parrocchia offerte in denaro e viveri per famiglie povere; abbiamo portato a termine due corsi Alpha online per un cammino di fede a cui hanno partecipato 150 persone, quasi tutte giovani coppie; tutti i mercoledì sera abbiamo vissuto un momento di riflessione e preghiera in diretta streaming; abbiamo fatto catechesi online con bambini e ragazzi.
Le messe domenicali continuano ad essere frequentate e la celebrazione Eucaristica rimane il cuore pulsante della vita della nostra comunità, una preghiera che si innalza a Dio a nome di tutta la nostra città.
Tanti piccoli segni che possono riaccendere la nostra fede e la nostra speranza. Coraggio!!!
A tutti voi, auguriamo una Pasqua di Resurrezione!!!
Don Paolo, Don Alessandro, i diaconi.
Il punto decisivo delle fede: la Risurrezione.
(Happy End!)
—“E vissero felici e contenti…..”. Così finiscono molte delle favole che conosciamo, con un happy end, una storia a lieto fine. Così anche una grande quantità di romanzi, film, opere teatrali. Tutta la cultura occidentale è stata permeata dall’happy end, da questa visione positiva della vita, dalla consapevolezza che la vicenda di ogni uomo e donna avrà un esito felice. Alcuni sociologi attuali (vedi il recente studio di una equipe della Università di Cambridge) ritengono che questa concezione della vita come una storia a lieto fine ha il suo fondamento nella Risurrezione, l’evento su cui si fonda il Cristianesimo, che ha permeato tutto il modo di pensare dell’Occidente.
—La Risurrezione è l’epilogo, il punto decisivo di tutta la vicenda umana di Gesù, è il luogo privilegiato in cui Egli si rivela come il Figlio di Dio, vittorioso sul male e sulla morte. E’ il culmine di tutta la storia della salvezza, l’adempimento di tutte le promesse di Dio all’umanità. Questo fatto, ampiamente raccontato nei Vangeli, costituisce ancora oggi “la pietra d’inciampo” su cui si regge o crolla tutta la fede cristiana.
—Da un punto di vista storico-scientifico come possiamo rapportarci a questo evento? Abbiamo ragionevoli motivi per crederci? Tutto si fonda sulla testimonianza prima orale, poi scritta di un gruppo di uomini e donne (i discepoli di Gesù) che dopo averlo conosciuto e seguito per alcuni anni, dopo aver ascoltato la sua predicazione, avere visto il suo stile di vita e le sue opere, affermano con sicurezza di averlo visto Risorto dopo la morte in Croce, e di avere parlato con Lui, averlo toccato e mangiato con Lui. Si tratta dunque di prendere in considerazione questa testimonianza e di valutarne la fondatezza e le possibili obiezioni.
1—Possiamo pensare ad una notizia “inventata” e diffusa da questo gruppo di persone allo scopo di averne un vantaggio personale, magari fondare una setta di cui essere a capo, avere un ascendente sulle folle? Non sembra, di fatto questi uomini e donne non ci hanno guadagnato nulla, anzi ci hanno rimesso la vita a causa di quell’annuncio.
2—Si potrebbe ipotizzare una sorta di delirio o allucinazione collettiva, di illusione visiva? Stando ai testi dei Vangeli quegli uomini non sembravano affatto malati di mente o nevrotici, suggestionabili. Si tratta invece di persone molto normali, molto concrete: pescatori, contadini, pastori, nel pieno possesso delle loro facoltà mentali.
3—E se si trattasse di un fenomeno di fanatismo? Persone plagiate da Gesù, pronte a prendere per oro colato ogni Sua affermazione …. Eppure nel momento del pericolo, quando le cose si sono messe male, proprio loro lo hanno abbandonato, sono fuggiti, lo hanno tradito ….. Insomma, in tutta questa vicenda appare chiara una cosa: quel gruppo di uomini e donne, nel momento della Croce hanno sperimentato 1una sorta di fallimento totale, do delusione, essi sono affrettati a fuggire e nascondersi per non fare la stessa fine del maestro. Tre giorni dopo escono allo scoperto affrontando il mondo, rischiando la vita per testimoniare di averlo visto Risorto. Che cosa può aver determinato un cambiamento così radicale, se non l’esperienza di un incontro forte e intenso con Gesù Risorto?
Un fatto, un evento, dentro la storia, raccontato da testimoni credibili, fissato nei Vangeli, che arriva fino a noi, e desta il nostro cuore, ci interroga, e riaccende la più grande certezza che un uomo possa desiderare…..
Infatti l’uomo, la nostra natura, la nostra intelligenza, ha un desiderio insopprimibile di vita, di eternità. Così come abbiamo desiderio di una giustizia perfetta, di bellezza, di verità, di amore. Un bisogno insopprimibile di pienezza, di un compimento pieno di se stessi. In tutta la storia umana, non esiste un fatto che si capace di rispondere fino in fondo a queste domande, come lo è la Risurrezione di Gesù: essa “corrisponde” in pienezza alle attese della nostra natura umana come nessun altra cosa al mondo.